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Attualità

SCANDALO DIESELGATE: promossa l'azione di classe contro Volkswagen

 Nel 2014 L’Environmental Protection Agency (EPA) statunitense ha rilevato che il gruppo Volkswagen Auto s.p.a. ha abusivamente utilizzato per le proprie autovetture un software installato appositamente nella centralina del motore per ottenere, nei test di omologazione, dati sulle emissioni in linea con i parametri richiesti per i veicoli diesel. Per effetto di tale software nella normale guida su strada le emissioni reali possono superare fino a 40 volte quelle dichiarate. In seguito a tale scoperta, la Volkswagen Auto s.p.a. ha riconosciuto l’esistenza e l’utilizzo di questo software fraudolento in 11 milioni dei veicoli di sua produzione. Nel settembre 2015 il colosso automobilistico ha inoltre annunciato la disponibilità ad utilizzare le riserve del penultimo trimestre del 2015, che ammontano a 6,5 miliardi, per la risoluzione del problema.

Fino ad oggi Volkswagen si è solo offerta di riparare a proprie spese i motori dei veicoli in cui è stato installato il software fraudolento rifiutandosi di pagare un risarcimento per eventuali perdite che i proprietari delle auto in questione possano aver subito come ad esempio la perdita di valore di rivendita del veicolo, un costo aggiuntivo per l'aumento del consumo di carburante.

L’installazione del software manipolato costituisce violazione sia del diritto statunitense che del diritto UE.

Negli USA, Il 22 febbraio 2016, con una denuncia di 719 pagine è stata presentata una class action per conto dei consumatori nel MDL contro Volkswagen AG e numerosi altri imputati, tra cui 9 dirigenti Volkswagen, funzionari e tecnici; altre case automobilistiche, tra cui Audi AG e Dr. Ing. H.C. F. Porsche AG;, che delinea presunte violazioni della Stati Uniti la legge federale e statale.

Per i nostri clienti in Europa abbiamo creato la Fondazione CLEAN (Consumers Lead Emissions Accountability Network) con sede ad Amsterdam (che costituisce l’unica giurisdizione a consentire il rimedio dell’azione di classe) per assistere i proprietari dei veicoli Volkswagen truffati dall’installazione del software fraudolento a rivendicare il proprio diritto al risarcimento del danno.

La Fondazione CLEAN, sebbene ancora all’inizio della propria attività, registra denunce da tutto il mondo. Infatti, già rappresenta vittime provenienti da : Paesi Bassi, Germania, Svizzera, Francia, Spagna, Italia, Belgio, Regno Unito, Grecia, Polonia e Repubblica Ceca.

La Fondazione quindi, si propone di prendere accordi per una soluzione globale a nome di tutte le parti lese. Essa è costituita da un Consiglio di Amministrazione e da un Consiglio di Sorveglianza che include Mr. Nicholas J. Roenneberg, ex capo di Global Claims a Munich Re, una delle più grandi compagnie di riassicurazione del mondo.

Global Justice Network ha quindi l’obiettivo di proteggere i diritti di tutti i consumatori che siano stati lesi, in ogni parte del mondo. Nella vicenda “Dieselgate” le vittime possono essere i proprietari di automobili nelle quali è stato installato il software fraudolento, nonché i concessionari di automobili e società di leasing.

Il nostro studio di consulenza legale opera nella protezione degli interessi dei cittadini presenti nel territorio svizzero. Vantiamo inoltre varie collaborazioni con vari studi legali internazionali nel mondo. In Italia, ad esempio, collaboriamo con i maggiori studi legali  con sede a Torino e a Roma.

Pertanto, invitiamo tutti i nostri clienti svizzeri vittime della vicenda e comunque interessati a partecipare ad un’azione di classe per ottenere il risarcimento dei danni subiti,  a mettersi in contatto con i nostri esperti legali che vantano decennale esperienza nella risoluzione di controversie internazionali e che, in merito al caso Volkswagen,  hanno già acquisito il know-how dell’operazione dai Partners in USA.

L aiuto umanitario Svizzero

L’aiuto umanitario  rappresenta la solidarietà della Svizzera verso le popolazioni in situazioni di emergenza. Le sue attività si concentrano sull’aiuto d’emergenza, sulla ricostruzione e sulla riabilitazione delle zone sinistrate nonché sulla riduzione dei rischi di disastri. L’aiuto umanitario pone le vittime al centro del suo impegno, in uno spirito di neutralità, indipendenza e imparzialità.

L’aiuto umanitario è uno dei quattro settori di attività della DSC. Esso si impegna a difendere gli interessi delle popolazioni vulnerabili, prima, durante e dopo conflitti, le crisi e le catastrofi naturali. A questo scopo dispone di vari mezzi di intervento:

  • il Corpo svizzero di aiuto umanitario (CSA), costituito da 700 specialisti pronti a intervenire, è il braccio operativo dell’aiuto umanitario fornito dalla Confederazione. Il CSA è mobilitato sia per interventi d’urgenza che in progetti a medio e lungo termine. Gli esperti del CSA sono inoltre messi a disposizione di organizzazioni partner dell’ONU;
  • l’Aiuto umanitario svizzero sostiene finanziariamente le attività del CICR e le organizzazioni umanitarie dell’ONU e assiste varie organizzazioni umanitarie non governative attive sul campo;
  • la Catena svizzera di salvataggio, composta da 8 organizzazioni partner, può essere mobilitata rapidamente in seguito a un terremoto;
  • la Confederazione fornisce un aiuto alimentare in 38 Paesi con oltre 22 organizzazioni assistenziali svizzere e tramite il Programma alimentare mondiale dell’ONU.

Collegando l’aiuto d’emergenza a programmi a medio e lungo termine, l’aiuto umanitario svizzero mira a garantire gli effetti a lungo termine del suo impegno sul campo. Per il periodo 2013-2016, oltre due miliardi di franchi sono stati destinati agli aiuti umanitari per le popolazioni più svantaggiate.

GREECE: CAPITAL CONTROLS AND REFERENDUM

Dear clients, affiliates and friends,

Following the deadlock on its negotiations with the creditors and the expiration of the fiscal consolidation program, Greece has abruptly decided to call for a referendum and impose stringent capital controls-including banks closure and suspension of regulated markets until July 13th or further notice.

European Legal Consultancy (ELC) expresses its deep concern about the current situation of Greece, which it carefully monitors and evaluates so as to continue providing a comprehensive legal advice under these critical circumstances.

ELC, whose Swiss managing partner is a member of the Geneva Bar, has affiliatesin Zurich, Zug, Lausanne and Bern. This solid Swiss footing combined with a far reaching international presence- founding member of the Global Justice Network with partners in more than 25 jurisdictions- allowed us to adequately prepare in such times of crisis so as to maintain a proper legal support to all of our clients doing business in or with Greece. Our comprehensive structure and a prime financial and world banking practice allow us to continue providing our clients affected by events in Greece a complete service tailored to their needs.

We wish to thank you for your continuous trust, support and confidence and we hope that the present crisis will come to an end soon and that both Greece and Europe will come out of it stronger.

La tragedia marittima del traghetto Norman Atlantic

Nostro studio legale e Il Global Justice Network è direttamente coinvolto nella tutela dei passeggeri e dei familiari delle vittime che si trovavano a bordo del traghetto NORMAN ATLANTIC.

Quelle che seguono sono le prime informazioni desunte dai rapporti d’informazione della stampa internazionale nonché dalle indagini che stiamo svolgendo.

Dalle prime ore di domenica 28 dicembre 2014, un incendio si è sviluppato nel garage del traghetto, che batte bandiera italiana, mentre navigava nel mare Adriatico da Patrasso (Grecia), verso l'Italia con tappa ad Igoumenitsa. Le autorità italiane e greche con mezzi di salvataggio sia dall'aria del mare hanno tratto in salvo la maggioranza dei passeggeri e dell'equipaggio della nave che avevano atteso per ore sul ponte superiore per sfuggire all'incendio sviluppatosi nelle parti inferiori del traghetto. 
  
Tragicamente non tutti passeggeri, né tutti i marittimi, sono stati salvati. Alle ore 11,.00 di mercoledì 31 dicembre 2014 le notizie ufficiali riportavano almeno 11 persone ufficialmente decedute, di cui tre di nazionalità italiana. Purtroppo è possibile che vi fossero a bordo numerose persone non registrate ufficialmente sull’elenco passeggeri della compagnia, e che -come è stato riferito -potrebbero essere state sorprese dall'incendio mentre dormivano nei loro veicoli nel garage del traghetto; ciò naturalmente incrementa di molto le paure che il numero delle persone decedute potrà salire ancora nelle prossime ore. Le ricerche proseguono per il momento sia nell'area di mare circostante che all'interno della nave incendiata.

Il traghetto NORMAN ATLANTIC (IMO 9435466) è di proprietà della società italiana VISEMAR DI NAVIGAZIONE S.r.l. con sede in Via Romea 44 a Porto Viro, provincia di Rovigo. Era stato preso in charter dalla compagnia di navigazione greca ANEK LINES nei primi giorni di dicembre 2014. La società di classificazione che ha certificato le qualità marine e commerciali del NORMAN ATLANTIC è la società italiana RINA SERVICES S.p.A. con sede a Genova. Il traghetto è assicurato per la responsabilità civile comprendente le lesioni e le morti di passeggeri ed equipaggio con il norvegese GARD P&I Club; ANEK LINES dispone di ulteriore copertura assicurativa come soggetto noleggiatore. 

Gli organi di informazione hanno diffuso diversi particolari su possibili fattori che potrebbero avere contribuito al verificarsi di questa tragedia marittima. Si tratta di questioni che devono essere esaminate ed analizzate in maniera molto cauta nell'immediato futuro da esperti tecnici e dai consulenti legali delle vittime, poiché questi fattori potranno giocare un ruolo centrale nella determinazione dell'estensione e della natura della responsabilità degli operatori della nave, dei loro proprietari (ripetiamo che si tratta di due soggetti distinti uno con sede in Italia, l’altro con sede in Grecia), dei loro manager e di coloro che aveva un ruolo sulla sicurezza della nave ed equipaggio. Dovranno ad esempio essere senz’altro esaminati con molta attenzione i rapporti delle autorità sulle recenti “deficencies” o non conformità su equipaggiamenti e procedure di sicurezza: bisogna infatti interrogarsi, ad oggi su:
  
-          quali siano state le cause dell'incendio nel garage;

-          la ragione per cui la nave non sia stata in grado di rispondere al fuoco con i suoi soli mezzi;

-          perché non sia stato possibile confinare l’incendio nel solo garage, dove pare si sia sviluppato e poi propagato ai ponti superiori;

-          perché non sia stato possibile estinguere l’incendio;

-          vi erano porte tagliafuoco nel garage lasciate aperte?

-          l’impianto per estinguere gli incendi era efficiente?

-          vi è poi un aspetto meno tecnico ma altrettanto importante: per quale motivo i media riferiscono di pesanti discrepanze tra l'elenco passeggeri ufficiale, consegnato dalla compagnia alle autorità, e l'elenco passeggeri reale? 


Qui a fianco l’estratto del registro del PARIS MOU con i dati delle sei non-conformità rilevate a carico di NORMAN ATLANTIC il 19 dicembre 2014 a Patrasso (Grecia). Come si vede, vi sono deficienze a livello delle aree sicurezza antincendio, operazioni <em "mso-bidi-font-style:="" normal"="">Search And Rescue (ricerca e salvataggio), sistemi di salvataggio. Solo le indagini che verranno svolte dalle autorità inquirenti e dai network di studi legali delle vittime chiariranno se ed in che modo tali non conformità abbiano giocato un ruolo causale nella verificazione del disastro.
Le autorità italiane penali hanno comunque iscritto nel registro degli indagati il comandante della nave e l’amministratore della società proprietaria.

I passeggeri e di membri dell'equipaggio che sono stati salvati, e che hanno vissuto ore di terrore e di rischi per la loro vita, oltre che coloro che hanno perso i loro beni (inclusi automobili e camion), e naturalmente le famiglie di coloro che hanno perduto la vita in questo incidente, hanno considerevoli diritti di essere risarciti. La misura e il tipo dei diritti da risarcire dipenderanno grandemente dall'attenta analisi degli esperti tecnici navali sui possibili difetti della nave e delle procedure di governo della stessa, e naturalmente dipenderanno anche dalla scelta che i loro avvocati effettueranno circa la nazione dove svolgere le cause giudiziarie (Italia, Grecia, eventualmente altrove).

Le cause che verranno intentate saranno basate su specifiche leggi e regolamenti internazionali che regolamentano il trasporto di persone per mare e che prevedono una responsabilità oggettiva del vettore ed una garanzia immediatamente azionabile nei confronti dell’assicuratore.

Il Global Justice Network, network di avvocati e di studi legali esperti nella tutela di vittime di incidenti è stato contattato da passeggeri del NORMAN ATLANTIC e siamo pertanto già al lavoro per dar loro le informazioni preliminari di cui hanno bisogno in modo da compiere le scelte migliori nel prossimo futuro. Fra i componenti del Global Justice Network (www.globaljusticenetwork.com) vi sono studi legali italiani, greci, inglesi,  statunitensi e olandesi che hannoconoscenza qualificata e considerevole esperienza nella gestione di sinistri marittimi e che hanno rappresentato e rappresentano in cause giudiziarie in corso nel mondo, alti numeri di passeggeri e familiari incidenti navali con vittime e feriti. Tra questi:


-    la più complessa causa di diritto marittimo attualmente pendente nei tribunali italiani (Genova), il caso del traghetto AL SALAM BOCCACCIO 98, affondato a seguito di un incendio nel Mar Rosso nel 2006,

-    l'affondamento del traghetto EXPRESS SAMINA nel mar Egeo,

-    l'affondamento della nave da crociera SEA DIAMOND nella baia di Santorini,

-    l'affondamento della nave da crociera COSTA CONCORDIA all'isola del Giglio,

-    l’immane incendio del traghetto DONA PAZ nelle Filippine,

-    l'incendio a bordo dell’AEGEAN WIND,

-    la collisione tra le navi BALTIC ACE CORVUS J. al largo di Rotterdam,

-    la collisione tra la nave ATLANTIC COMET ed un peschereccio in Grecia,

-    la collisione fra le navi KARAM I e ALEXANDER DP in Bulgaria,

-    l'affondamento della nave KEPHI nel Mediterraneo,

-    la collisione del traghetto SAMAINA con il sottomarino militare KOSTAKOS in Grecia,

-    l'affondamento del peschereccio LYBERIOS in Grecia.




Sulla base dell'esperienza specifica in incidenti navali con caratteristiche internazionali, molti dei quali con incendi a bordo e massiva perdita di vite umane, il Global Justice Network formula alcuni avvisi e raccomandazioni alle vittime del NORMAN ATLANTIC.

Preliminarmente, passeggeri e familiari dovranno essere estremamente cauti nel rilasciare informazioni relative ai loro danni e perdite a chicchessia che non goda della loro più completa fiducia.

Dovranno poi ricercare e selezionare pareri e assistenza legale qualificati in modo da non compromettere i loro diritti e di poter ottenere la migliore tutela possibile in ogni sede. 

Come regola generale, nel loro interesse, è fondamentale evitare nel modo più assoluto di sottoscrivere rinunce, liberatorie, accettazioni, o qualsivoglia tipo di documento loro sottoposto dagli assicuratori dei proprietari della nave (VISEMAR), o di coloro che l'avevano in gestione (ANEK LINES). L'esposizione debitoria degli assicuratori del NORMAN ATLANTIC è destinata a diventare eccezionale, e verrà effettuato ogni tentativo di diminuirla il più possibile ad ulteriore danno dei passeggeri. L'esperienza ci insegna che i danni verso terzi, e quindi i danni verso le persone trasportate, sono quelli che più di tutto le compagnie assicurative ed i club di assicurazione mirano a ridurre, offrendo alle vittime somme di denaro in tempi estremamente brevi, ma ampiamente al di sotto del reale debito.

Da questo punto di vista, l'esperienza dell’incidente COSTA CONCORDIA ci fa dire che bisognerà diffidare anche dall'insolita alleanza fra alcune associazioni di consumatori e gli assicuratori, che offrono veloci soluzioni monetarie uguali per tutti prima ancora che si sappia come si sono svolti i fatti e quanto gravi sono le responsabilità: è importante invece che le vittime siano consapevoli che ciascuna di loro ha un diritto pieno ad un'analisi specifica e dettagliata dei danni sofferti, sia patrimoniali che non patrimoniali, se necessario con il supporto di esperti medici legali. Soltanto un'assistenza legale qualificata e esperta può garantire di comprendere la reale catena di eventi che ha portato al disastro, le responsabilità dei soggetti coinvolti e quindi la ampiezza dei danni da risarcire. 

I membri del Global Justice Network sono pronti a rispondere alle vostre domande e richieste in inglese, greco, turco, italiano, russo, tedesco, arabo ed altre lingue usanto il modulo di contatto generale.  
Non esitare a scrivere ai nostri membri che stanno seguendo in prima persona il caso, si metteranno immediatamente in contatto con voi. 

LA PARTECIPAZIONE DEL NOSTRO STUDIO LEGALE A CONFERENZE DI GJF E GJN A NEW YORK

Lo scorso mese si è chiuso con successo e un grande numero di partecipanti il GLOBAL JUSTICE FORUM che si è tenuto presso la COLUMBIA LAW SCHOOL a New York. Il nostro studio legale che partecipa già dai primi anni del Forum era rappresentato anche alla edizione di quest’anno con due avocati. Il GLOBAL JUSTICE FORUM con il Richmont Center tiene un seggio preso, la rinomata università. Il Tema di questa edizione era l’imparità salariale e le sue conseguenze legali. Con la partecipazione all’evento gli studenti dell’Università di New York avevano l’opportunità di raccogliere crediti per il loro studio, permettendo un raduno di avocati, giudici e Professori internazionali selezionati, provenienti dall’Europa, Africa, Asia e America.

Nello stesso mese di Ottobre i nostri Partner dello studio legale di LIEFF CABRAISER HEIMANN & BERNSTEIN (classificato come studio legale numero uno negli Stati Uniti nella categoria querele) hanno ospitato preso la loro sede di New York la riunione di coordinamento del GLOBAL JUSTICE NETWORK, nel quale il nostro studio è membro fondatore e socio. Il sig. Kokkinos ha preso parte come relatore a questo meeting che ha stabilito i titoli principali della cooperazione e le sue strutture. Il Network si sta espandendo in decine di paesi e rappresenta un’innovazione a livello di avocati di querele. La prossima assemblea generale sarà tenuta ad Amsterdam nei Paesi Bassi in Aprile 2015.   

 

Inizio della procedura davanti alla Corte Europea dei diritti dell’uomo a riguardo dei „Bond di stato della Grecia“

Informiamo che la settimana scorsa il nostro studio legale, in collaborazione con lo studio del professore Andrea Saccucci di Roma e lo studio legale genovese di Massimiliano Massara abbiamo iniziato la fase giuridica davanti alla Corte Europea dei diritti dell’uomo per la causa “dell’Haircut” dei Bond di stato greco involontariamente subito dai nostri clienti. Tra i nostri clienti ci sono anche fondi di pensionamento esteri.

Stiamo presentando la nostra causa sulla base del Articolo 1 del protocollo aggiuntivo numero 1 della convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali, che salvaguarda il diritto di proprietà, il quale a nostro parere è stato violato dalla repubblica ellenica con la decisione unilaterale “dell’Haircut”. Un atto che noi consideriamo abusivo e non convenzionale.

Dopo tanto duro lavoro la presa di posizione della corte europea viene aspettata con grande interesse sia dalla parte politica come anche quella legale, in quanto si tratta di un caso unico, nel quale uno stato sovrano fallisce di rispettare i suoi obblighi. Siamo fiduciosi che la battaglia legale contro lo stato Greco avrà un fine positivo per i nostri clienti.

 

Il Segreto Bancario Svizzero

Il segreto bancario svizzero protegge la sfera privata dei clienti delle banche. Tuttavia, esso non è illimitato: in caso di sospetto di attività criminali come terrorismo, crimine organizzato, riciclaggio di denaro o frode fiscale il segreto viene abolito e le autorità possono accedere alle informazioni bancarie.

Secondo le nuove convenzioni contro la doppia imposizione, la Svizzera si impegna in tal modo a fornire, nel singolo caso, informazioni a scopi fiscali agli Stati parte sulla base di una domanda concreta e motivata, indipendentemente dall'esistenza di un reato fiscale.

L'evasione fiscale viene anche combattuta mediante la riscossione di un’imposta alla fonte del 35% e altri provvedimenti (p. es. nell’ambito della procedura di valutazione fiscale). L’imposta alla fonte è la più elevata fra tutti gli Stati membri dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE). L’accordo sulla fiscalità del risparmio con l’Unione europea (UE) colma una lacuna: prevede una trattenuta fiscale su tutti gli interessi maturati su fondi stranieri appartenenti a persone fisiche con residenza fiscale in uno Stato membro dell’UE.

Se la Svizzera rinunciasse completamente, e non solo gradualmente, al segreto bancario, potrebbe risolvere da un giorno all’altro le sue vertenze fiscali con gli altri paesi. Finora soltanto i socialisti sostengono questa opzione, che richiederebbe però l’approvazione da parte del popolo.

"Quando finirà questa vicenda?”, si chiedono molti svizzeri di fronte ai continui attacchi contro il segreto bancario che giungono dall’estero. Stati uniti, Germania e diversi altri importanti paesi europei ne hanno abbastanza di vedere come le banche svizzere aiutano i loro cittadini ad evadere il fisco.
 
Il segreto bancario elvetico non protegge gli evasori in caso di frode fiscale, ossia se una persona tenta di ingannare volontariamente il fisco, ad esempio tramite falsificazione di documenti. Il segreto bancario svizzero offre però protezione in caso di sottrazione fiscale, che corrisponde all’omissione, intenzionale o meno, di dichiarare dei redditi o dei patrimoni al fisco.
 
La sottrazione fiscale è vietata pure in Svizzera ed è punibile anche con pesanti multe. Dal 1934, la legge federale sulle banche non permette però alle autorità fiscali di chiedere la sospensione del segreto bancario per chiarire un caso di sottrazione fiscale. Anzi, coloro che violano in segreto bancario, divulgando dati della clientela, rischiano pene detentive.

Consorzio per l'incidente "Costa Concordia"

Costa Concordia

I membri del consorzio possiedono più di cento anni di esperienza cumulativa nel risarcimento per decessi e lesioni verificatesi in grandi disastri marittimi ed aerei. I loro componenti sono stati coinvolti professionalmente in molte delle maggiori tragedie degli ultimi 30 anni. Il consorzio include avvocati con esperienza provenienti da Italia, Inghilterra, Francia, Spagna e Stati Uniti e anche il nostro studio legale. I loro studi rappresentano esclusivamente le parti danneggiate e nella loro attività hanno ottenuto per i loro clienti risarcimenti per più di un miliardo di dollari.

La Svizzera e la Germania parafano una convenzione fiscale

In data odierna i negoziatori di Svizzera e Germania hanno concluso a Berna le trattative concernenti questioni fiscali pendenti e hanno parafato una convenzione fiscale che, per le persone residenti in Germania, prevede il pagamento a posteriori di un'imposta sulle loro attuali relazioni bancarie in Svizzera. Al riguardo esse possono effettuare un pagamento unico d'imposta oppure dichiarare i loro conti. I futuri redditi e utili dei capitali di clienti bancari tedeschi in Svizzera saranno soggetti a un'imposta liberatoria, il cui provento sarà trasferito dalla Svizzera alle autorità tedesche. Con la convenzione i due Paesi intendono inoltre migliorare l'accesso ai reciproci mercati per i fornitori di servizi finanziari. La convenzione dovrebbe essere firmata nelle prossime settimane da entrambi i Governi e potrebbe entrare in vigore all'inizio del 2013.

La Svizzera e la Grecia firmano la riveduta Convenzione per evitare le doppie imposizioni

In data odierna, la consigliera federale Eveline Widmer-Schlumpf e l’ambasciatore di Grecia in Svizzera John Mourikis hanno firmato a Berna una Convenzione per evitare le doppie imposizioni in materia di imposte sul reddito (CDI). La CDI contiene disposizioni sullo scambio di informazioni negoziate in base ai parametri decisi dal Consiglio federale e che corrispondono allo standard dell’OCSE.