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Trasferimento illegale di bambini dalla Grecia alla Svizzera: il Tribunale federale ordina il ritorno in Grecia

L'anno 2022 ha visto un'importante vittoria legale per il nostro studio legale ELC.
Il 28 settembre 2022, la Corte Suprema svizzera (il Tribunale federale) ha emesso una decisione che ha posto fine a un caso di allontanamento illegale di bambini dalla Grecia alla Svizzera per sette mesi. Il nostro studio, rappresentando il padre dei bambini e richiedendo la loro restituzione, ha vinto la causa.

Il fenomeno della sottrazione di minori è cresciuto negli ultimi decenni per una serie di ragioni, tra cui la globalizzazione, i cambiamenti nel diritto di famiglia e l'aumento delle coppie binazionali.
La Convenzione dell'Aia del 25 ottobre 1980 sugli aspetti civili della sottrazione internazionale di minori (di seguito denominata Convenzione dell'Aia) è il principale strumento giuridico in questo campo, essendo attualmente vincolante per 100 Stati (per maggiori informazioni, legga il nostro articolo del 1° febbraio 2022).

Davanti ai tribunali cantonali, la questione più controversa era se la madre, secondo la legge greca, potesse trasferirsi in Svizzera con i figli senza il permesso del padre, dato che aveva la custodia esclusiva temporanea dei bambini e che la coppia era separata da anni. La madre, d'altra parte, ha ovviamente sostenuto che il consenso del padre al trasferimento all'estero non era necessario a causa della sua custodia esclusiva dei figli.

Il giudice svizzero non ha dovuto decidere la questione analizzando la legge greca, poiché il 10 maggio 2022 il Tribunale di Atene ha stabilito che il trasferimento era illegale. In effetti, l'Art. 14 THA 80 consente alle autorità dello Stato richiesto di basarsi direttamente su una decisione giudiziaria o amministrativa formalmente riconosciuta nello Stato di residenza abituale del minore per determinare l'esistenza di un trasferimento illecito ai sensi dell'Art. 3 THA 80.

L'autorità giudiziaria svizzera ha quindi dovuto analizzare le eccezioni al rimpatrio previste dall'Art. 13 THC 80, che mancavano in questo caso, prima di ordinare il rimpatrio immediato dei bambini in Grecia, in conformità con l'Art. 12 THC 80.

La decisione del tribunale cantonale conferma la rigidità del THC 80, che è stato giustamente concepito per proteggere i minori dalle conseguenze dannose della sottrazione, garantendo, tra l'altro, il rispetto effettivo dei diritti di custodia e di visita esistenti in uno Stato contraente. In questo caso, né la rapida integrazione dei bambini in Svizzera né la loro preferenza per questo Paese potevano impedire il loro ritorno nel Paese di residenza abituale, la Grecia, poiché la legge di quel Paese era stata violata.

Nel suo ricorso al Tribunale federale, la madre dei bambini ha contestato principalmente il fatto che il Tribunale cantonale avesse basato la sua sentenza (ai sensi dell'articolo 14 CLaH 80) sulla decisione greca del 10 maggio 2022, che secondo lei non era valida.
La risposta della Corte Suprema svizzera a questo reclamo è stata chiara: l'Art. 14 THA 80 serve il principio di opportunità che dovrebbe essere applicato a questo tipo di casi; il suo scopo non è quindi quello di riconoscere in anticipo una decisione straniera o di esaminarne la conformità. Di conseguenza, l'autorità cantonale non aveva violato la legge federale.
Inoltre, il Tribunale federale ha confermato la sua giurisprudenza non solo sull'applicazione restrittiva delle eccezioni al rimpatrio (art. 13 CLaH 80), ma anche sull'onere della prova e sull'obbligo di motivazione (art. 42 comma 2 FSCA).
Nel caso in questione, i reclami sollevati dalla ricorrente erano di natura puramente appellatoria o esprimevano il suo punto di vista, ma non mostravano con precisione in che modo il tribunale cantonale avesse violato la legge.
L'appello è stato quindi respinto.

I bambini, rappresentati da un avvocato di loro scelta e non dal curatore che era stato nominato nel procedimento cantonale, hanno anche presentato ricorso al Tribunale federale.
Tuttavia, il ricorso è stato dichiarato inammissibile. Infatti, non avendo la capacità di discernimento in merito alla controversia tra i genitori, che era stata decisa dal Tribunale cantonale, i ricorrenti non potevano affrancarsi dai servizi del loro curatore per nominare un avvocato di loro scelta.

Dopo sette mesi di battaglia legale, per una controversia che si è rivelata molto delicata non solo per la sua natura ma anche per i rapporti tesi tra le parti, abbiamo accolto con favore la decisione del Tribunale federale. È stata fatta giustizia per un padre i cui diritti sono stati violati!

Carmela Telemaco
Constantin Kokkinos