
BULLISMO SCOLASTICO: UNO SGUARDO COMPARATIVO AI PERCORSI ATTUALI
1. Il bullismo: un fenomeno sociale del 21° secolo
Il bullismo è generalmente definito come un atto aggressivo e intenzionale perpetrato da un individuo o da un gruppo di individui, ripetutamente contro una vittima che non può difendersi facilmente.
Più specificamente, il bullismo scolastico è caratterizzato da tre aspetti: la ripetizione di un comportamento, la creazione di una relazione di dominio e l'esistenza di un'intenzione di nuocere. Assume la forma di un comportamento aggressivo, sia verbale (minacce, insulti, bugie, derisioni), sia relazionale (esclusione), sia fisico (percosse, racket, molestie sessuali) o materiale (furti, danni, ecc.). Gli effetti sulla giovane vittima possono essere estremamente dannosi: abbandono della scuola, desocializzazione, ansia, depressione o addirittura somatizzazione. A lungo termine, la vittima del bullismo può subire conseguenze significative per il suo sviluppo psicologico e sociale.
Il problema principale è la difficoltà delle vittime di esprimere la loro sofferenza. Pertanto, la lotta al bullismo scolastico richiede innanzitutto la sensibilizzazione degli alunni e del personale scolastico, per evitare la mancanza di reattività o la minimizzazione del fenomeno.
2. Diversi approcci internazionali a una nuova forma di molestia
● Legge francese: sviluppo della legislazione che criminalizza il bullismo scolastico
Nella legge francese, le molestie sono punibili ai sensi del Codice Penale (C. pénal, art. 222-33-2-2). Gli atti di molestia nelle scuole rientrano quindi in questo reato. Il Codice penale francese criminalizza anche la violenza derivante da atti di nonnismo e il nonnismo stesso, l'istigazione al suicidio, nonché la diffusione di immagini degradanti o la violazione della privacy (C. pén. art. 223 e seguenti). Il diritto di continuare la scuola senza subire molestie è stato persino sancito dall'Articolo 511-3-1 del Codice dell'Educazione. Tuttavia, nonostante la qualificazione del bullismo scolastico come reato penalmente riprovevole, non viene menzionata alcuna sanzione.
● Il caso tedesco: violazione della personalità dell'allievo da parte dell'insegnante
A differenza della legge francese, la legge tedesca non prevede direttamente strumenti per punire il bullismo scolastico, ma i suoi atti costitutivi sono comunque passibili di essere sanzionati da varie disposizioni del Codice Penale o da misure disciplinari.
L'Oberlandesgericht ha osservato che esiste un dovere di protezione da parte degli insegnanti nei confronti degli alunni durante l'orario scolastico, finché questi ultimi sono obbligati a frequentare la scuola. Nella sentenza dell'Oberlandesgericht Zweibrücken (Germania) del 6 maggio 1997, Az. 7O 1150/93), si è ritenuto che la gravità della violazione giustificasse il pagamento dei danni morali.
● L'approccio anglosassone: il ruolo centrale delle scuole
Negli Stati Uniti, in assenza di una legislazione federale che sanzioni specificamente le molestie in quanto tali, comprese quelle scolastiche, esiste una certa protezione contro gli atti di molestia con caratteristiche particolari. Ogni Stato ha leggi o emendamenti contro le molestie. Queste leggi hanno alcuni denominatori comuni, come la raccomandazione alle scuole di prendere provvedimenti.
Neanche il Regno Unito dispone di strumenti specifici contro il bullismo nelle scuole, delegando agli istituti scolastici il compito di proteggere gli alunni, anche al di fuori del perimetro scolastico. L'imposizione di sanzioni in caso di cattiva condotta è possibile senza alcun obbligo da parte delle scuole a questo riguardo, a differenza delle leggi statali americane.
Si può quindi notare che in entrambi gli esempi la scuola è in prima linea nella responsabilità, sia per il rischio di azioni contro di essa, sia per la minaccia di misure amministrative.
● La legge svizzera: un vuoto giuridico sul tema del bullismo
Nella legge svizzera, il bullismo scolastico non è oggetto di alcuna disposizione specifica. Tuttavia, la dottrina tende generalmente ad assimilarlo all'Articolo 328 del Codice delle Obbligazioni, che concretizza la protezione della personalità del dipendente contro le molestie sul posto di lavoro. Il legame comunitario su cui si basa questo articolo esiste anche tra gli studenti e gli altri membri della scuola. Questo si basa sull'obbligo di frequentare la scuola dell'obbligo. Occorre fare una distinzione cruciale tra la dimensione ossessiva delle molestie (o stalking) e il bullismo scolastico come descritto sopra (ATF 5A_526/2009 del 5 ottobre 2009, c. 5.3, SJ 2011 I 65). Presi separatamente, gli atti degli scolari possono sembrare innocui, ma nel complesso la loro natura ripetitiva è distruttiva per le giovani vittime.
In termini legali, la legge cantonale prevede anche strumenti per punire il mancato adempimento dei doveri da parte degli alunni. L'articolo 115, paragrafo 2, della Legge sull'Istruzione del 17 settembre 2015 afferma che "è vietato qualsiasi atto di violenza, in qualsiasi forma, commesso dagli alunni all'interno o all'esterno dell'ambiente scolastico [nei confronti di insegnanti e compagni]".
Alla luce dei diversi approcci legali che sono stati messi in atto, sembra che il bullismo scolastico nel suo aspetto legale sia molto poco regolamentato e addirittura sconosciuto in alcune legislazioni. La Svizzera, essendo una di queste ultime, concentra la sua attenzione sulla responsabilizzazione delle scuole. Tuttavia, si osserva spesso che i divieti di violenza sono accompagnati solo da sanzioni disciplinari o amministrative minori. Queste sono quasi insufficienti in un contesto di molestie che coinvolgono persone vulnerabili. Pertanto, è necessario affrontare il problema mettendo in atto una rigorosa politica di prevenzione e adeguate sanzioni legali per evitare che gli autori e gli astanti delle molestie minimizzino il problema.
Questo articolo non intende valutare quale sia il sistema migliore, ma evidenzia la necessità di una qualificazione giuridica. Una legislazione specifica sul bullismo nelle scuole potrebbe aiutare a focalizzare meglio il problema e a fornire un minimo di sicurezza legale alle vittime.
Ambre Schindler e Jennifer Gaumann